Parliamo di: Justyna Kopania

Diversi mesi fa, mentre navigavo in rete, ho trovato splendide immagini che mi hanno incredibilmente colpita.

Dark, velatamente tristi, eppure così vivaci nei loro colori, quelle immagini ritraevano le tele dell’artista polacca Justyna Kopania.

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Successivamente, ho cercato qualche informazione sulla suddetta, e ho trovato il suo sito [ http://studiounderthemoon.zohosites.com/home.html ], dove essa si presenta come una persona che vive di arte e di sensazioni, e dove ella stessa non s’immagina senza arte.

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Nelle sue tele si avvertono tutte le emozioni del momento, le sfumature della vita di tutti i giorni, i colori della sua mente e il mistero e il fascino che avvolge ogni pensiero umano.

Realizzate a gran velocità, per imprimere meglio il momento, trovo le sue tele semplicemente inclassificabili.

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C’è qualcosa nel suo stile che mi attrae particolarmente, sarà forse il dosaggio del chiaro scuro o l’impulsività che trasmettono.

I dettagli sono delicati, precisi, dai tratti quasi fumettistici.

Quasi come fossero vivi, infatti, stagliano coraggiosamente sullo sfondo, alimentando le ambientazioni e rendendole più vive e misteriose che mai.

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L’uomo, che è al centro degli studi dell’artista, viene rappresentato in maniera totalmente anonima, indicato con solo sagome nere, rivestite a volte di colore, come se fosse l’unico punto di negatività in mezzo alla tela.

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Personalmente, ho subito pensato ad una critica rivolta al ruolo che l’uomo ha nella nostra società.

Una pedina senza vita né personalità.

Un’ombra.

Qualcosa di indefinito che vive sullo sfondo di un mondo che non vede.

E il fatto che l’artista riversi tutto ciò che vede sulle tele, mi porta a riflettere sul ruolo effettivo dell’uomo.

Penso che, se la mia interpretazione è corretta, sia una critica interessante, anche se vagamente velata.